Oggi potremmo parlare di tante cose, ma sono convinto che quasi tutti abbiamo ancora negli occhi le immagini della partita di ieri sera e l’adrenalina per la bellissima vittoria della nostra nazionale di calcio. L’Italia ha vinto l’Europeo post Covid contro l’Inghilterra a Wembley in uno dei templi del calcio mondiale. È stata una gioia immensa per il nostro Paese, come si è potuto vedere nelle piazze e nelle strade delle nostre città. Un risultato meritatissimo e contro ogni pronostico della vigilia, ottenuto da un gruppo di ragazzi straordinari guidati da Roberto Mancini, un leader vero che ha saputo sceglierli, motivarli e farli diventare una vera squadra. Devo confessare una cosa. Sono più euforico e felice per questa vittoria che per il Mondiale del 2006. Questa Italia e l’entusiasmo che ha generato in tutto il Paese mi ha ricordato la “mia Italia” di quando ero ragazzo, quella che non vinse i Mondiali di Italia 90. Ecco questa Italia la sento nel cuore e mi ha messo i brividi, come mi capita ogni volta che riascolto e canto a squarcia gola “Notti Magiche”.
Chi non ha fatto una bella figura sono stati gli inglesi, troppo certi della vittoria finale, tanto da coniare lo slogan “it’s coming home”, trasformato sui social in “it’s coming Rome”, subito dopo la vittoria dell’Italia. Brutte le immagini dei fischi durante l’inno italiano. Bruttissime quelle dei giocatori che si tolgono la medaglia d’argento subito dopo averla ricevuta, nonostante qualche mese fa il bacio alla medaglia dell’allenatore del Manchester City Pep Guardiola fosse stato elogiato persino da Papa Francesco. Vergognose poi le ingiurie contro i giocatori di colore della nazionale inglese, colpevoli di aver sbagliato i rigori decisivi. Perdere non è mai semplice e noi italiani lo sappiamo bene. Tuttavia comportamenti così anti sportivi non dovrebbero essere tollerati, soprattutto dalla nazione che si vanta di aver inventato il calcio e il fair play. Al contrario gli azzurri hanno portato allegria. Il capitano Chiellini non ha mai perso il sorriso. Con la Spagna aveva persino abbracciato il capitano avversario prima dell’inizio dei calci di rigore. Questa Italia era forse più consapevole del suo destino di quanto potessimo immaginare. Che belle le immagini delle telefonate a famiglie e fidanzante sul campo di gioco. Che empatia nel vedere i nostri giocatori tagliare piccoli pezzi della rete della porta come avrebbe fatto un qualsiasi tifoso.
Su tutte, però, l’immagine di questo europeo che più mi resterà nella memoria è stato l’abbraccio e il pianto tra Roberto Mancini e Gianluca Vialli. Un abbraccio vero che vale più di mille parole. L’abbraccio di due amici e di due professionisti. Un abbraccio al quale tutta l’Italia si è stretta commossa e che probabilmente ci ha ricordato i sacrifici del distanziamento sociale che ci ha costretto a rinunciare ad abbracciare le persone a a cui vogliamo bene. Grazie all’Italia per questa vittoria, ma soprattutto grazie a questo gruppo di uomini per aver mandato al mondo interno un messaggio di forza, allegria e unità. Con questa Italia c’è stata molta empatia, soprattutto perché aldilà del bel gioco e dei campioni, è riuscita ad essere una somma di esempi positivi. E questo vale persino di più di una coppa di calcio.