La casa dei diritti, il programma sui servizi sociali e sanitari del municipio

casa dirittida www.roma2013.org
Parliamo con Riccardo Corbucci, membro della commissione servizi sociali e candidato alle primarie per la presidenza del IV municipio del 7 aprile prossimo, che ha pubblicato “La Casa dei Diritti” (clicca qui), un programma sui servizi sociali e assistenziali per il IV municipio (ora III).

In queste settimane alcuni cittadini hanno posto l’attenzione sul fatto che si parlasse poco nei programmi dei candidati alle primarie del centrosinistra di servizi sociali. Lei è d’accordo?

Per quanto mi riguarda ho già avuto modo di spiegare che in queste settimane oltre ad una bozza programmatica (clicca qui) abbiamo costituito molti gruppi di lavoro, che hanno lavorato costantemente per elaborare proposte politiche per il nostro territorio. Alcune hanno visto la luce più rapidamente come quelle sulle politiche culturali (clicca qui) e la mobilità sostenibile (clicca qui). I servizi sociali ed assistenziali, ovviamente, meritavano approfondimenti e discussioni, poiché si parla di diritti e di persone. Il nostro documento per il territorio è stato quindi pubblicato in questi ultimi giorni per cercare di dare più risposte possibili ai cittadini.

Il documento che avete prodotto che avete intitolato “Casa dei diritti”, quale base programmatica per i servizi sociali del IV municipio (ora III), è esaustivo delle proposte che ritiene utili al territorio?

La nostra Casa dei diritti è un progetto attento ai cittadini più deboli e rappresenti una base di partenza in continuo divenire, un programma costantemente verificato e riscritto con la partecipazione di quegli stessi cittadini ai quali si rivolge. La nostra idea è quella di avviare una nuova stagione di difesa di diritti acquisiti, ma troppo spesso negati e di nuovi e più ampi diritti da conquistare insieme con la cittadinanza. Una nuova idea di comunità che deve sostituirsi alla società dell’indifferenza, nella quale è caduta preda la nostra città ed i nostri territori.

Come ritiene siano stati gestiti i servizi sociali dal centrodestra?

Le amministrazioni Alemanno e Bonelli hanno cancellato molti servizi. Hanno affidato la gestione dei servizi e delle prestazioni più onerose attraverso bandi pubblici, molto spesso contestati, provvedendo al contempo ad elargire risorse minori, ma comunque importanti, per progetti spesso di dubbia utilità e gestiti da soggetti non accreditati e scarsamente qualificati. La nostra proposta è quella di rilanciare con convinzione la progettazione partecipata, attraverso l’elaborazione di progetti con il coinvolgimento paritario di utenti e attori, attraverso spazi e momenti di elaborazione, con i referenti tecnici e amministrativi. Abbiamo un ufficio di piano in IV municipio che deve tornare ad essere valorizzato.

Quali sono le sue proposte?

Dobbiamo abbandonare il sistema della competitività nei servizi, che non ha certo giovato alla qualità e alla funzionalità degli stessi e rilanciare il lavoro delle reti e delle Ati, che in passato hanno contribuito a migliorare i servizi per i cittadini. La necessità di rilanciare i servizi sociali del IV municipio passa attraverso il potenziamento della Consulta per l’handicap, che oltre ad essere dotata di un proprio sito internet istituzionale, avrà anche il compito di nominare un consigliere municipale aggiunto, senza portafoglio, sull’esempio di altre esperienze di partecipazione. Una figura senza costi per l’amministrazione, ma con il potere di partecipare alla commissione consiliare Servizi Sociali e di poter presentare in aula delibere ed atti sull’argomento di competenza.

Per quanto riguarda il lavoro della giunta e dell’assessore ai servizi sociali?

Come Presidente del municipio mi impegno a partecipare personalmente, almeno una volta ogni tre mesi, alle riunioni della consulta, mentre le altre volte sarà incaricato di presenziare l’assessore alle politiche sociali o il presidente della commissione servizi sociali. In questo senso non è più procrastinabile l’individuazione per i Servizi Sociali di un assessorato non politico, che provenga dal mondo del “sociale” e che sia in grado di interloquire con tutti i soggetti che si occupano ed usufruiscono dei servizi. Le esperienze del passato, anche di assessori di centrosinistra incapaci, assenti e lontani dalle esigenze dei cittadini, ci hanno insegnato come questo tema sia troppo importante per farlo gestire ad un politico che non conosce nulla di questo mondo.

Non le sembra che i cittadini spesso si trovino in difficoltà con gli uffici e la burocrazia?

E’ assolutamente vero. La nostra intenzione è quella di aprire uno Sportello unico per i diritti, dedicato alle persone con disabilità psico-fisica che eviti a loro ed a i loro familiari estenuanti giri dell’oca dell’assistenza. Un unico progetto integrato e coordinato che si preoccupi di dare informazioni sul saish, l’assistenza domiciliare, la riabilitazione, i centri diurni, le case famiglia, il reinserimento in comunità e tutti quei servizi predisposti dall’amministrazione.

Una parte del programma parla della riabilitazione al tempo della crisi. Cosa intende?

Recentemente il Centro riabilitativo Tangram ed il Comitato famiglie degli utenti, hanno inviato una nota in cui si lancia un grido d’allarme a causa dei continui tagli di bilancio. Le persone con disabilità e i propri familiari ormai sono costretti a fare la spola tra i centri di riabilitazione e le unità operative delle Asl, per consegnare materialmente i progetti di abilitazione e riabilitazione che vengono rinnovati con cadenza a 60 o 90 giorni, pur riguardando persone affette da patologie croniche. E’ una situazione inaccettabile.

Quali sono le vostre proposte?

Deve essere assolutamente rivista la cadenza dei rinnovi, soprattutto per quei casi conclamati nei quali i progetti di riabilitazione non possono prescindere da periodi minimi di sei mesi/un anno. Non si possono prescrivere soltanto prestazioni riabilitative, ma bisogna delineare anche progetti di vita, che favoriscano l’inclusione sociale anche attraverso percorsi di inserimento lavorativo. Un primo obiettivo immediato sarà quello di sbloccare le autorizzazioni per l’apertura della nuova struttura riabilitativa di via Pacchiarotti, edificio di proprietà del CAR, destinato alla riabilitazione di persone inabili o temporaneamente inabili.

Per quanto riguarda l’assistenza domiciliare?

Bisogna aumentare il numero delle ore di assistenza. Tuttavia, fin da subito è necessaria una maggiore equità nell’assegnazione delle ore, fermo restando il mantenimento del diritto di scelta della struttura dalla quale farsi seguire. Bisogna inoltre offrire un ricco ventaglio di prestazioni. Per reperire le risorse necessarie, oltre ai maggiori fondi che arriveranno grazie alla nuova riforma di Roma Capitale, utilizzeremo una parte dei tributi provenienti dal contrasto all’abusivismo edilizio e commerciale. Mentre istituiremo una commissione speciale mista fra amministratori, dirigenti dell’ufficio di piano e progettisti del terzo settore per recuperare risorse dai finanziamenti europei per la progettazione sociale.

In questa consiliatura avete molto litigato per le ore di assistenza nelle scuole.

Le ore messe a disposizioni per i bimbi con disabilità psico-fisica sono sempre insufficienti, tanto da costringere i genitori a ricorrere al Tar del Lazio per ottenerne di più. Inoltre gli operatori che si occupano di questi ragazzi ricevono il salario più basso di tutta la città. Questa situazione è davvero incresciosa poiché si taglia su un servizio destinato a minori che hanno disagio. Quest’anno abbiamo assistito alla decisione assurda di Alemanno e Bonelli di non consentire al personale Aec di consumare il pasto alla mensa scolastica insieme con i bambini da seguire. Questa decisione non ha tenuto in alcun conto dell’importanza educativa che ricopre il momento del pasto nell’educazione di qualsiasi bambino ed è il frutto della disattenzione verso i più deboli.

Cosa farete per le barriere architettoniche?

Quello che avviene nelle città civili del nostro Paese. Ci doteremo del P.E.B.A. un Piano quinquennale per l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche, la cui approvazione nella giunta e nel consiglio municipale dovrà essere sottoposta al voto della consulta per l’handicap del IV municipio. Dopo aver fotografato la situazione esistente, interverremo per priorità e per esercizi finanziari successivi, così da pianificare gli interventi. Certamente non ci sarà più un lavoro pubblico per strade e marciapiedi che non terrà in conto l’abbattimento delle barriere architettoniche esistenti.

Perché questo documento si chiama Casa dei Diritti?

Perché oltre che di disabilità, si parla anche di diritti di genere, dell’abitare, degli anziani, dei migranti e della vera accoglienza.

Sui diritti di genere cosa proponete?

Di cambiare radicalmente i tempi e gli orari della politica che sono decisi ed imposti dagli uomini e che non garantiscono alle donne di partecipare. L’impegno da cui parte la nostra proposta politica, è che almeno tre assessori su sei siano donne e che a queste figure rappresentative del territorio vengano affidate deleghe importanti quali il bilancio, i lavori pubblici, la scuola e la sicurezza. C’è la necessità non soltanto di comporre giunte municipali in cui vi sia la parità di genere, ma soprattutto quella di affidare a donne competenti poteri effettivi, in grado di incidere sulla qualità della vita del nostro territorio.

Il diritto all’abitare chiama in causa le occupazioni.

Sono da sempre contrario alle occupazioni, ma per essere seri c’è la necessità di garantire il diritto all’abitare. Non è consentendo la costruzione di nuove cubature, in variante al piano regolatore generale, che si può risolvere il problema abitativo. Serve invece una regia pubblica che alla speculazione edilizia, sostituisca i diritti dei più deboli, dei tanti inquilini che vengono lasciati soli nella vendita del patrimonio immobiliari degli enti privatizzati e della casse previdenziali. Siamo favorevoli ad una moratoria degli sfratti e degli sgomberi che argini la situazione emergenziale.

E poi?

Serve subito una legge nazionale che ponga un limite al prezzo di vendita degli alloggi, che dovrebbe essere pari a massimo 150 volte il canone mensile d’affitto, in considerazione di quanto versato nel tempo. In ogni caso i canoni di locazione concordati applicati dagli Enti previdenziali devono essere ridotti subito ed essere inferiori a quelli di un mercato privato in calo. Contemporaneamente per calmierare gli affitti è necessario applicare la legislazione vigente in materia di registrazione dei contratti d’affitto. Per aiutare i cittadini istituiremo a Piazza Sempione un ufficio per il diritto all’abitare, che si occupi di far valere i diritti dei cittadini e il rispetto della legalità, in collaborazione con le realtà associative già presenti sul territorio. Un primo obiettivo concreto sarà l’acquisizione al patrimonio pubblico di edifici abbandonati ed inutilizzati, come l’Astra di viale Jonio ed il sovrastante patrimonio abitativo.

Il IV Municipio è molto ricco di centri anziani.

Dobbiamo comunque aprirne almeno altri due. Uno a Fidene ed un altro a Settebagni in una struttura all’interno del Parco Nobile. Dobbiamo riqualificare le strutture di Valli-Conca d’Oro e Dina Galli. Tuttavia la priorità rimane l’apertura di una nuova RSA per anziani in seguito alla drammatica chiusura di Casal Boccone.

Pensa che riuscirà a dare risposte concrete su questi temi?

Chi mi conosce sa benissimo che provengo da una storia familiare che mi ha segnato profondamente e che mi fa mettere al primo posto della mia azione politica questi diritti.

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