Ieri ho passato la mattinata, assieme ai genitori e agli esponenti del comitato di quartiere di Castel Giubileo e all’assessore alla scuola Pierluigi Sernaglia, alla scuola Simone Renoglio. Siamo stati chiamati li dai genitori, che erano giustamente preoccupati per l’acqua che si era accumulata sul tetto della scuola e che causava perdite all’interno dell’edificio. Una situazione cronica, che il municipio ben conosce, tanto da aver già presentato un progetto di ristrutturazione da 350 mila euro, che è in attesa di essere finanziato dalla Regione Lazio. Qualche genitore più allarmato di altri, complice una mancanza di sensibilità da parte del dirigente scolastico, ha anche chiamato i vigili del fuoco per avere rassicurazioni sulla stabilità dell’edificio. Il municipio, dal canto proprio, ha fatto giungere sul posto i tecnici dell’Ufficio tecnico e della ditta di manutenzione, che si sono messi subito a lavoro per liberare il tetto dall’acqua e per restituire ai bambini la scuola lunedì, dopo aver effettuato nel fine settimana dei lavori urgenti di piccola manutenzione. In questo clima di grande collaborazione fra cittadini e istituzione locale, qualcosa tuttavia ha stonato pesantemente. Il dirigente scolastico ha vissuto questa collaborazione con fastidio, quasi che l’istituto Simone Renoglio fosse una proprietà privata e non un’istituzione pubblica. Questo episodio mi ha fatto riflettere profondamente. Ho pensato che se alcune delle parole dette ieri mattina ai genitori e ai rappresentanti delle istituzione, fossero state pronunciate da un politico qualsiasi, questo probabilmente non avrebbe mai più avuto la possibilità di essere eletto. Viceversa le stesse parole pronunciate da un dipendete della pubblica amministrazione italiana a dei genitori preoccupati, non sortiscono alcun effetto. Quel dipendente pubblico, il cui stipendio è pagato dalle tasse versate dai cittadini, può continuare a fare del male alla credibilità della scuola pubblica. In un momento di profonda crisi delle istituzioni, che ha colpito in particolare la politica, mi pare importante riflettere su quanto le responsabilità di chi ricopre incarichi pubblici non elettivi, dovrebbe essere esaminata con molta attenzione e laddove queste rischino di generare discapito per la comunità, condannate unanimamente. Il rischio è che si banalizzino i problemi del nostro paese, legati all’opinione comune che tutto vada male esclusivamente per colpa della classe politica che lo governa. Al contrario credo che per migliorare quello che non funziona in Italia, a Roma e in un municipio della città come il nostro, dovrebbe accadere proprio quello che è successo ieri a Castel Giubileo. Genitori, cittadini, politici, vigili del fuoco, ufficio tecnico ed operai, tutti uniti per salvaguardare la sicurezza dei bambini e garantire l’apertura di un servizio pubblico essenziale quale è la scuola pubblica.
Bando iniziative natalizie, “Natale in Quarto” – scadenza 13 dicembre 2010
Avviso Pubblico: Natale in Quarto – scadenza 13 dicembre 2010