Diventa incandescente lo scontro politico tra le due fazioni dei romani che sostengono o osteggiano il sequestro delle piscine del circolo sportivo Aquaniene, confermato dalla magistratura sabato 25 settembre. Nonostante il ricorso presentato dai legali dello Sport Club – in parte chiuso dai giudici che contestano il reato di abuso edilizio – e nonostante la delibera varata in fretta e furia dalla giunta capitolina per salvare la struttura di viale della Moschea, il tribunale del riesame ha confermato il sequestro disposto il 4 agosto dal gip. Ora il Pd romano attacca i sostenitori del circolo che, su un sito internet, avrebbero diffuso «offese ai giudici» e chiede al presidente di Aquaniene Giovanni Malagò, di dissociarsi pubblicamente. Cosa che Malagò ha fatto nella serata di martedì.
DILAGGIATI SUL WEB – «Su un sito internet sul quale appare il marchio del circolo sportivo Aquaniene sequestrato in seguito all’inchiesta sugli abusi edilizi nei circoli sportivi per i Mondiali di Nuoto, vi sono attacchi che dileggiano apertamente l’operato del Pm Sergio Colaiocco, del Gip Donatella Pavone e del Procuratore della Repubblica Giovanni Ferrara. È un fatto gravissimo». La denuncia, in una nota, arriva da Riccardo Corbucci, vicepresidente del Consiglio del IV municipio e dal consigliere provinciale Marco Palumbo, entrambi del Pd. «Nel sito, che sembra la vetrina del circolo sportivo Acquaniene, con tanto di logo – proseguono gli esponenti del Pd – compaiono notizie sul sequestro della struttura senza entrare nelle motivazioni dell’inchiesta. Ciò che spicca sono gli attacchi alla magistratura e ad amministratori locali additati addirittura quali nemici pubblici con aperte minacce.
LICENZIAMENTI E DISSERVIZI – Alla notizia del sequestro confermato, Giovanni Malagò – che a partire dal 5 aprile sarà processato con altri 32 imputati per i presunti abusi edilizi legati ai lavori per i Mondiali di nuoto – si era detto «amareggiato». E aveva annunciato «provvedimenti dolorosi» nei confronti dei 118 dipendenti, che rischiano il licenziamento.
«Non possiamo avere solo costi senza entrate», aveva spiegato il presidente del Canottieri Aniene. Bisognerà anche «rimborsare gli utenti che non accetteranno di differire gli abbonamenti»: 3mila clienti, la metà dei quali bambini iscritti alla scuola nuoto. E a proposito di bambini e famiglie, al Corriere della Sera erano giunte nei giorni scorsi numerose lettere in difesa dell’Aquaniene.
«La vicenda dell’ Aquaniene è diventata un vero tormento… – scriveva Nora A. – anche per 1700 bambini che non possono frequentare i corsi di nuoto, per i ragazzi Down che traggono grande giovamento dagli esercizi in piscina e per il gran numero di persone che non possono andare a fare riabilitazione». E concludeva: «Vorrei tanto chiedere alla signora Giudice se pensa ancora di aver preso una decisione saggia». È la terza volta che, nell’ inchiesta su Roma 2009, il tribunale del riesame dà ragione alla procura. Tre volte su tre. Per questo motivo l’avvocato di Aquaniene Carlo Longari deciderà se ricorrere in Cassazione solo dopo il deposito dell’ ordinanza.
PROTESTA DEGLI ATLETI – Lo scorso 13 settembre poi, con una clamorosa deroga al profilo discreto che gli atleti del nuoto sono soliti tenere, Federica Pellegrini aveva guidato una protesta di compagni di squadra e azzurri insieme a 150 dipendenti e ai genitori dei ragazzi delle squadre agonistiche dell’Aniene, per contestare la decisione del gip di rigettare l’ istanza dell’avvocatura del Comune e dei legali dell’ Aniene con cui si chiedeva il dissequestro dell’ impianto.
A questo punto sono otto i circoli dei Mondiali di nuoto ancora sotto sequestro sui 15 finiti nel mirino della procura. Quattro (Salaria Sport Village, Tevere Remo, Gav New City e Flaminio Sporting Club) sono accusati di aver violato i vincoli idrogeologici e paesaggistici della Regione e non sono mai stati oggetto di tentativi di salvataggio. Poiché c’ è di mezzo il Salaria Sport Village di Diego Anemone, l’ anima della «cricca» degli appalti del G8, sembra improbabile che via Cristoforo Colombo voglia intervenire. Gli altri sono quelli ritenuti pubblici dal Comune e privati dalla procura: Aquaniene, Roma Team Sport, Roma 70 e Città Futura (solo su Sport 2000 non si sono abbattuti i sigilli).
ATTACCO VIOLENTO E SILENZI – L’opposizione in Campidoglio chiede chiarezza anche sulle posizioni del Comune e torna a sollecitare, in merito alle offese comparse su internet, «un’immediata presa di distanze di Giovanni Malagò per continuare a considerarlo una incolpevole parte lesa dell’incapacità amministrativa e della spregiudicatezza dei poteri commissariali».
Il consigliere Pd di Montesacro (IV Municipio) Riccardo Corbucci insiste: «Non è possibile avallare con il silenzio l’attacco violento alla magistratura e ad amministratori che stanno semplicemente cercando di compiere il proprio dovere per far rispettare leggi cui tutti i cittadini, nessuno escluso, devono sottostare in un Paese libero e democratico». Sullo stesso sito, il consigliere municipale Massimo Inches sarebbe stato citato «come nemico pubblico n. 4 dell’Aquaniene». Lo stesso Inches denuncia: «L’attacco è violento e dice addirittura che il Duce potrebbe rivoltarsi nella tomba vedendo che la chiusura dell’impianto sarebbe avvenuta con la complicità di un uomo di destra, con relative minacce alla mia persona».
LA REPLICA DEL SITO ACCUSATO – Sul sito accusato di inneggiare all’Aquaniene con termini troppo ironici nei confronti dei giudici, compare però la replica del curatore, che definisce l’allarme di Corbucci e Inches «propaganda elettorale», sostenendo che l’articolo contestato aveva soltanto la colpa «di “dileggiare” i giudici con le armi dell’ironia e della satira». E infine pubblica anche i commenti contrari alla posizione assunta dal suo blog.
MALAGO’ SI DISSOCIA – Le iniziative promosse a sostegno della riapertura dell’impianto natatorio Aquaniene sono «manifestazioni private la cui paternità e promozione non è in alcun modo riconducibile al Circolo Canottieri Aniene o alla sua persona». Così afferma il presidente del Circolo Canottieri Aniene, Giovanni Malagò. «Giovanni Malagò, quale legale rappresentante del Circolo Canottieri Aniene, su conforme delibera del Consiglio Direttivo del Circolo, ha dato mandato all’avvocato Carlo Longari – spiega una nota – di diffidare tutti i siti internet che utilizzano indebitamente il logo ‘Aquaniene’». Malagò, inoltre, ribadisce «il pieno rispetto e la completa fiducia nell’operato della magistratura».
Redazione online
28 settembre 2010(ultima modifica: 29 settembre 2010)