Dall’Espresso del 1 luglio, “L’Anemone sfiorito”

Dalla bottega di falegname nella periferia nord di Roma s’è arrampicato fin sotto la croce di Cristo. Non proprio quella sul Golgota, ma pur sempre quella da cui Giovanni Paolo II salutò i giovani al Giubileo del Duemila. Quell’altare a Tor Vergata intarsiato di legni pregiati, sobrio e magnificente, era uscito fresco fresco dalla fabbrichetta della famiglia Anemone a Settebagni, due saracinesche nella stradina intitolata al patrono del quartiere, Sant’Antonio da Padova. Che di miracoli, evidentemente, ne dispensa ancora. ‘Questa scenografia vuole descrivere la vitalità e la laboriosità del Popolo di Dio’, proclamarono gli organizzatori della giornata mondiale dei giovani cattolici. Ma nemmeno potevano immaginare fino a che punto una delle loro pecorelle li avrebbe presi in parola. Già. È proprio da quella croce sulla spianata benedetta che comincia la parabola di Diego Anemone, giovane figlio della Salaria povera che un bel giorno decide di conquistare Roma.
Certo papà Dino dalle sue parti era uno piuttosto conosciuto: simpatie comuniste e buone entrature in Vaticano erano un bel mix già negli anni Settanta. Pian piano aveva trasformato la piccola impresa di famiglia e ingrossato i suoi affari: le prime ristrutturazioni, qualche costruzione per vivere fra gli agi di un piccolo borghese. Ma il figlio l’aveva tirato su a pane e cazzuola: scuole di periferia, diploma di geometra e subito il matrimonio con Vanessa Pascucci, la sua compagnuccia fin dalle elementari. Niente villone, la macchina che capitava, levataccia e diciotto ore di lavoro, pochissime uscite notturne. Sembra quasi l’impresario edile interpretato da Elio Germano ne ‘La nostra vita’. Il tempo si divide fra il cantiere e i due figli Arianna e Lorenzo, di 10 e 8 anni. Così la vedono gli Anemone, compreso il fratello minore Daniele e lo zio Luciano. Al punto che adesso non si capacitano di come qualcuno cerchi di scaricare tutta la nuova tangentopoli, che ha coinvolto big come Guido Bertolaso e Angelo Balducci nell’inchiesta sugli appalti del G8 della Maddalena, sulla testa del figliolo prediletto, borgataro dai modi pittoreschi, questo sì, ma delinquente mai: ‘Speriamo che qualcuno prima o poi se ne renda conto’, si sfoga papà Dino, ormai schivato dalla gente di Settebagni che al ‘sistema Anemone’ non ci riusciva a credere nemmeno dopo l’arresto di Diego.
(altro…)

Continua a leggereDall’Espresso del 1 luglio, “L’Anemone sfiorito”

Vi invito a leggere “Sciacalli”, il libro sulla cricca e i Mondiali di Nuoto

“Un verminaio di corruzione italiana”. Corrado Zunino definisce così la trama che si snoda tra le pagine del suo libro-inchiesta “Sciacalli” (Editori Riuniti, 18 euro), che verrà presentato al pubblico oggi alle 18,30 alla libreria Feltrinelli in Galleria Sordi, a Roma. Il grande inganno della Protezione civile viene svelato e analizzato nelle 520 pagine che ricostruiscono uno scandalo senza precedenti, il più grave dai tempi di Tangentopoli. Gli attori ormai li conosciamo: Angelo Balducci, Claudio Scajola, Denis Verdini e Diego Anemone, per citare solo alcuni dei protagonisti del sistema governo che generava emergenza per costruire appalti e arricchire la ‘cricca’. Ma c’è anche il sindaco di Roma, Gianni Alemanno che, come scrive Zunino, “è alla ricerca quotidiana di una nuova alleanza con un poteraccio della città e, quindi, di una sanatoria per favorire quel potere”. Al centro di tutto, ovviamente, Guido Bertolaso, il medico specializzato in malattie tropicali cresciuto alla corte di Giulio Andreotti e lanciato nel mondo della politica da Silvio Berlusconi: è l’uomo dei grandi salvataggi o solo un punto di riferimento affaristico?
(altro…)

Continua a leggereVi invito a leggere “Sciacalli”, il libro sulla cricca e i Mondiali di Nuoto